un ritratto del santo

San Riccardo Pampuri

un santo dei nostri giorni

Dall'Omelia di Giovanni Paolo Il

Nel giorno della beatificazione (4 ottobre 1981)

Erminio Filippo Pampuri, decimo di undici figli, a 24 anni è medico condotto e a 30 anni entra nell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli). Solo tre anni dopo moriva.

è una figura straordinaria, vicina a noi nel tempo, ma più vicina ancora ai nostri problemi ed alla nostra sensibilità. Noi ammiriamo in Erminio Filippo, diventato nell'Ordine Fra Riccardo Pampuri il giovane laico cristiano, impegnato a rendere testimonianza nell'ambiente studentesco, come membro attivo del Circolo Universitario "Severino Boezio" e socio della Conferenza di San Vincenzo de' Paoli; il dinamico medico, animato da una intensa e concreta carità verso i malati e i poveri, nel quali scorge il volto del Cristo sofferente. Egli . ha realizzato letteralmente le parole, scritte alla sorella suora, quando era medico condotto: "Prega affinché la superbia, l'egoismo e qualsiasi altra mala passione non abbiano ad impedirmi di vedere sempre Gesù sofferente nei miei malati, Lui curare, Lui confortare.

Con questo pensiero sempre vivo nella mente, quanto soave e quanto fecondo dovrebbe apparirmi l'esercizio della mia professione!".

Lo ammiriamo anche come Religioso integerrimo di un benemerito Ordine, che, nello spirito del suo Fondatore San Giovanni di Dio, ha fatto della carità verso Dio e verso i fratelli infermi la propria missione specifica e il proprio carisma originario. "Voglio servirti, o mio Dio, per l'avvenire con perseveranza ed amore sommo: nel miei Superiori, nei confratelli, nel malati tuoi prediletti: dammi la grazia di servirli come servirei Te": così scriveva nei propositi in preparazione alla professione religiosa.

La vita breve, ma intensa, di Fra Riccardo Pampuri è uno sprone per tutto il Popolo di Dio, ma specialmente per i giovani, per i medici, per i religiosi.

Al giovani contemporanei egli rivolge l'invito a vivere gioiosamente e coraggiosamente la fede cristiana; in continuo ascolto della parola di Dio, in generosa coerenza con le esigenze dei messaggio di Cristo, nella donazione verso i fratelli.

Al medici, suoi colleghi, egli rivolge l'appello che svolgano con impegno la loro delicata arte, animandola con gli ideali cristiani, umani , professionali, perché sia una autentica missione di servizio sociale, di carità fraterna, di vera promozione umana.

Al religiosi ed alle religiose, specialmente a quelli e quelle che, nell'umiltà e nel nascondimento, realizzano la loro consacrazione fra le corsie degli ospedali e nelle case di cura, Fra Riccardo raccomanda di vivere lo spirito originario del loro Istituto, nell'amore di Dio e dei fratelli bisognosi.

alcuni frammenti da lettere e scritti di San Riccardo

Chissà quante belle grazie andrai tu chiedendo al Signore…(e fai tanto bene poiché ne ho un grande bisogno, trovandomi invece che a volare, come tu benevolmente pensi, sulla via della perfezione, a trascinarmi, senza scoraggiamento però, gravato dalla mia miseria che pure riconosco provvidenziale).
(19-5-1928)

... se la mia insufficienza mi esporrà a delle umiliazioni, intendo fin d'ora accettarle volentieri ed offrirle al Signore assieme a quelle ben più gravi da lui sofferte, in pagamento dell'incommensurabile debito delle passate colpe.
(19-5-1928)

... avendo tu potuto conoscere meglio, almeno in piccola parte, la mia miseria morale (la parte maggiore la conosce solo il Signore nella cui infinita misericordia non cesserò peraltro mai di confidare), non dubito che tu continuerai a pregare e a intercedere più intensamente che mai per il tuo Erminio.
(22-9-1925)

... sono sempre tanto debole, pigro e tiepido, molto più di quanto suol immaginarsi la mia buona Suora Longina nella sua grande fraterna bontà, ma con l'aiuto del Signore non dispero di diventare una buona volta un po' più buono.
(9- 12-1928)

…Ti confesso, sorella carissima, che la fiducia e l'abbandono nella misericordia e bontà del Signore, nell'amore infinito di Gesù è sempre la mia maggiore, anzi la mia unica fonte di tranquillità e di pace, poiché quando mi azzardo ad uscire un po' da questo sereno porto, per avanzarmi nella considerazione della mia miseria e della terribilità della divina giustizia oltre quello che basta per eccitare un salutare amor di Dio, sento subito che l'animo si smarrisce e viene meno.
(4-2-1929)

... l'implacabile nostro nemico, il demonio, re della menzogna, il quale, come dice S. Pietro, gira sempre attorno a noi per divorarci, lavora con tutte le sue malefiche forze per seminare in noi l'orgoglio, prima, e la vana compiacenza in noi, così che ci stacca da Gesù... e poi la diffidenza, la tristezza, lo scoraggiamento, e, Dio non voglia, anche la disperazione.
(24-6-1929)

Dobbiamo essere compresi del nostro nulla, considerando che cosa eravamo, che cosa siamo, che cosa diventeremo.
(Ottobre 1927)

Dio è tutto e noi siamo nulla, onde necessita diffidenza completa, assoluta della nostra miseria e confidenza piena, illimitata in Dio.
(Ottobre 1927)

... prega... sempre per i motivi e gravi pericoli morali che in me e fuori di me sono in continuo agguato, e che in un baleno, senza l'aiuto e la grazia dei Signore, possono farmi precipitare in abissi ben più profondi...
(24-1-1926)

l'ultimo posto presso gli uomini è il più sicuro. Più ci dimenticano gli uomini e più ci ricorda il Signore.
(senza data)

...-il Signore vuole farmi sentire un po' il peso della mia miseria, affinché lasciando ogni presunzione nella mia nullità, abbia da ricorrere a Lui con più ardore e confidenza.
(15-3-1925)

Oh! quanto errato giudizio degli uomini nel giudicarci benevolmente dalle sole apparenze, e quanto stolti siamo noi nel chiudere le orecchie (ed adontarci' magari) le poche volte che qualcuno, liberatosi da troppi vani riguardi, osa dirci la schietta verità, tanto poco lusinghiera!
(1O- 1 2-1925)

Purtroppo, la coscienza ci avverte che le lodi non Sono meritate, eppure ce ne compiaciamo; ci dice che biasimi sono giusti, ma il maledetto orgoglio ama attribuirli solo all'avversione e alla malignità altrui.
(1O- 12-1925)

Questa è in modo tutto speciale la misera condizione dell'animo mio: prega dunque i1 Bambino Gesù che mi conceda la grazia di sapere ascoltare con vera umiltà, quella quella umiltà che può sola farmi ben comprendere tutta la realtà della mia miseria e ottenermi dal Signore la grazia di potervi rimediare nel miglior modo.
(10-12-1925)

Quando penso alla miseria spaventosa ed al vuoto delle mie opere, vi trovo di che realmente atterrirmi', ma ritengo che il Signore mi lasci in tale condizione per meglio guarirmi della mia stolta superbia che subito si inalbera anche alla sola apparenza il una piccola opera buona, non tanto fatta, ma anche solamente pensata o promessa.
(23-11-1925)

Quanta miseria... e quanta stoltezza in questo mio povero cuore, e quanta grettezza! Non basta a commuoverlo nemmeno l'amore lnfìnito di un Dio che si fà uomo, bambino, per lui, per cancellare il cumulo delle sue iniquità, a prezzo di tante pene, di tanti tormenti, di tutto il suo Divin Sangue.
(23-11-1925)

Purtroppo io sono sempre assai incostante e molto facilmente mi lascio vincere da una malaugurata neghittosa inerzia che mi fa tralasciare spesse volte il bene e perdere tanto bel tempo che potrebbe essere così preziosamente impiegato. Prega quindi sempre affinché io abbia a risorgere una buona volta e per sempre.
(20-4-1922)

Cerca... per accaparrati meglio l'aiuto di Dio, prima, di fare tutto il tuo dovere, e poi, dopo aver fatto tutto quello che uoi, dire al Signore, nelle tue preghiere con sincerità di non aver fatto nulla, che ti usi misericordia e ti sostenga coi suo aiuto.
(8-9-1928)

Qualche informazione

Il corpo di San Riccardo è custodito nella chiesa parrocchiale di Trivolzio, piccolo paese di campagna tra Milano e Pavia, vicinissimo alla Milano/Genova.

Ogni settimana migliaia di pellegrini affluiscono per chiedere l'intercessione di san Riccardo, che, medico nella sua vita terrena, continua, nella sua nuova condizione di vicinanza a Dio, a beneficare i malati: si contano in effetti moltissime guarigioni attribuite alla sua intercessione.

Da Tracce, un profilo di san Riccardo (Paola Bergamini).