Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa

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Un articolo di Mons. F. Follo per l'anniversario di Madre Teresa.

«Molti quando parlano della Chiesa e della sua storia intendono quel succedersi di fatti collegati al Papa, ai Vescovi ed ai loro rapporti con i Responsabili più alti dei vari Stati.

La storia della Chiesa è pure la narrazione di quanto i santi e le sante, di quanto persone semplici o istruite hanno fatto per vivere la fede in Cristo, praticare la carità e rendere concreta la speranza.

In questa storia, che per la sua prossimità di tempo, dobbiamo ancora considerare come cronaca, ha certamente un posto di rilievo la persona di Madre Teresa di Calcutta, di cui -il 5 settembre 1998- ricorre il primo anniversario della morte, vale a dire del giorno in cui "Gesù riporta a casa con sé nostra Madre", come hanno scritto le sue Suore, le Missionarie della Carità, nel piccolo libro "Ti offro il mio cuore, o Signore".

Tale volumetto, edito dalla Casa Editrice Arnoldo Mondadori, è stato preparato dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta (questo è il nome con cui sono familiarmente conosciute in tutto il mondo anche se - come ho sopra accennato - il loro nome ufficiale è "Missionarie della Carità") proprio per la celebrazione di questo anniversario.

Si tratta di una data importante, che se, da una parte, è venata di tristezza perché si ricorda la morte di una persona carissima a molti, è, dall'altra, carica di serenità. Infatti, con il suo ritorno alla Casa del Padre, questa piccola, grande Suora, che si definiva "la matita di Dio", ha testimoniato in modo particolarmente efficace che quanti vivono per amore di Dio e per rispondere alla Sua sete di amore e di anime, vivono per sempre. La tomba, quindi, non è tanto l'ultima definitiva stanza di una persona, ma l'ultima - anche se grandemente drammatica - soglia, per la quale si entra nella vita che non avrà mai fine.

La celebrazione del 5 settembre, quindi, è stata voluta come momento forte di ricordo, che nel suo significato etimologico (ri-cor-dare) vuol dire ridare al cuore il motivo per cui esso ha cominciato a battere per Dio.

Un cuore, che vuol continuare a imitare quello di Cristo, seguendo l'esempio di questa "matita di Dio". "Sapevo - scrive Madre Teresa - che era la sua volontà e che dovevo seguirlo verso coloro che, come Gesù, non avevano un luogo dove posare il capo ... il nudo, il disprezzato, l'abbandonato, il dimenticato, l'affranto ..." (pag.15 del libretto citato) il cui amore lo condusse al Getsemani e al Calvario, sulla Croce, dove ha detto: "Ho sete" e, da allora in poi, era il 10 settembre 1946, l'unico scopo di questa Madre fu di rispondere alla sede di Gesù, là dove Egli aveva maggiormente sete, tra i più poveri dei poveri.

Comunque non va dimenticato che Madre Teresa cominciò ad essere Missionaria della Carità non solo raccogliendo dalle strade i moribondi, ma adorando Cristo nell'Eucaristia.

Al riguardo, c'è un episodio significativo. Un giorno mentre Ella compiva quest'opera di carità soccorrendo chi stava per morire, era accanto a lei un giornalista che le disse: "Suora, non farei quello che fa lei neppure per mille dollari al giorno". Madre Teresa senza esitare replicò: "Neppure io". L'unica cosa che la muoveva era infatti l'amore di Dio. Come ella stessa dice in molte sue preghiere, ad esempio: "Gesù presente nel mio cuore, Ti adoro, Ti amo", "Nel nome di Gesù, e per amore di Gesù e perché ha detto 'qualunque cosa chiederete in nome mio vi sarà data' dammi la grazia di amare solo Te, la grazia che il mio cuore sia come il cuore di Gesù, mite e umile, "Maria, madre amatissima, dammi il tuo cuore così bello, così puro, così immacolato, così pieno di amore e di umiltà, affinché io possa ricevere Gesù come tu hai fatto e andare con prontezza a donarlo agli altri"(o.c., p.45, 58-59). Con queste brevi righe, ho cercato di fare vedere come la vocazione di Madre Teresa di Calcutta e delle suore, che l'hanno seguita, è quella di rispondere alla sete di Cristo, con un amore che si dona a Lui ed ai fratelli in umanità, traendo forza dalla preghiera, che ha scandito la sua giornata vissuta per Dio ed a servizio dei più poveri dei poveri. Preghiera che continua a scandire le ore delle giornate di ogni Missionaria della Carità, perché "la preghiera genera amore e l'amore genera il servizio".

Spero, infine, che il tenere vivo il ricordo di Madre Teresa, anche celebrando il primo anniversario della morte, sia un modo efficace di contribuire a che la speranza suscitata da questa donna particolarissima conduca alla pienezza della gioia, che la sua azione a portato a tantissime persone in tutto il mondo.»

Mons. Francesco Follo