Giussani con Carrón

Don Julián Carrón

Un grande maestro

«Io non ritenni di sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso» (1Cor, 2,2)
abstractDon Carron, the first chief of CL after the death of Don Giussani, was a great guide in the faith, faithful to the founder's charisma. The limits, which were also in its management of CL, are very little compared to its great merits. Carrón is an important resource in the CL movement and still has much to give now that he is no longer president of the fraternity.

«Io non ritenni di sapere altro in mezzo a voi
se non Gesù Cristo, e questi crocifisso» (1Cor, 2,2)

in positivo

il cuore

Don Julián Carrón (nato nel 1950) è stato il primo successore (dal 2005 e fino al 2021) di Don Luigi Giussani alla guida del Movimento di CL, scelto dallo stesso don Giussani. Egli ha impostato fin dall'inizio il suo richiamo insistendo sul cuore, come criterio per verificare la verità/bontà della proposta cristiana. Ciò facendo egli si è opposto frontalmente a qualsiasi riduzione ideologica del cristianesimo, per cui il problema sarebbe capire delle idee, per poi applicarle. Senza essere attenti a ciò che ci rende più felici e più in pace, senza guardare a ciò che ci fa «vivere» meglio. Ma accontentandosi di «avere ragione».

una compagnia irriducibile

Se il cuore è il versante soggettivo su cui Carrón ha più insistito, l'altra parola-chiave, che riguarda il versante oggettivo, è la parola irriducibilità: il punto non è applicare quello che uno ha capito, ma seguire. Seguire una compagnia e una autorevolezza irriducibili. Irriducibili, non riducibili alle nostre misure. Il concetto di irriducibilità dice di una oggettività che noi non possiamo manipolare, e in cui si rivela una Misura più grande della nostra: qualcosa appunto di non-riducibile alla nostra misura, quindi il Mistero. Ma un Mistero non immaginato o pensato da noi, bensì presente in una oggettività carnale, concreta.

Anche nella sua ultima lezione come presidente della Fraternità di CL, alla “giornata di inizio anno 2021-22”, Carrón ha insistito sulla oggettività che il cuore può e deve riconoscere: il maestro da seguire non lo «si sceglie», al supermercato delle idee, ma lo si riconosce. È una oggettività da riconoscere. Non qualcosa da inventare noi, con nostre arzigogolanti alchimie.

Ci deve essere qualcuno da seguire, perché ci aiuta a vivere qualcosa che non si finisce mai di imparare, e non qualcuno con cui andare d'accordo, perché le sue idee collimano con le nostre, con quello che noi avremmo capito una volta per tutte e che adesso dovremmo solo applicare.

il negativo come possibile occasione

Ma l'apporto prezioso di Carrón non si limita a tali due coordinate generali: un altra sottolineatura per la quale non gli saremo mai abbastanza grati è quella della possibilità che le difficoltà e il negativo non siano di ostacolo, di scandalo, ma al contrario siano occasione perché uno possa sperimentare la vittoria di Cristo.

In questo senso la stessa tristezza che possiamo provare, l'inquietudine, l'insoddisfazione non sono qualcosa di insensato di cui liberarsi il più possibile, da cui distrarsi il più possibile: se ne viene colto il vero, non superficiale, senso, esse sono un'occasione, un invito su cui far leva per riconoscere Colui che, Solo, può colmare il nostro desiderio, il nostro cuore.

le critiche ricevute

Legittimità e opportunità di una riflessione

«I tempi di crisi sono tempi (...) di discernimento critico di ciò che ha limitato la potenzialità feconda del carisma di don Giussani» (papa Francesco a CL, 15 ottobre 2022)

Un mio caro amico dice di non essere interessato a riflettere sui possibili limiti di Carrón. Al che io risponderei così: nemmeno io sarei interessato a scavare su possibili limiti morali della vita privata di Carrón (come di chiunque altro). Ma qui non si tratta di limiti morali, che riguardano una vita privata, si tratta di limiti di impostazione che riguardano la conduzione pubblica di una realtà pubblica come un Movimento ecclesiale, e che pubblicamente sono stati oggetto di critiche, anche aspre.

Quindi affrontare il nodo di tali critiche non significa aggiungere fango a fango, ma usare della ragione che il Mistero ci ha dato per contestualizzare, relativizzare e privare di velenosità le critiche, che, piaccia o non piaccia, ci sono (state).

C'è anche da dire che l'atteggiamento di chi non volesse nemmeno sentir parlare di possibili limiti della “gestione Carrón” causerebbe il, controproducente, effetto di confermare e alimentare l'accusa, fatta dai critici del prete spagnolo, di aver creato attorno a sé un alone di intoccabilità, cioè di aver inteso la “successione del carisma” in modo autoreferenziale. Che è l'accusa più grave a lui rivolta.

Una delle cose che ho dovuto imparare, quando facevo il commissario interno (e quindi l'avvocato degli studenti, il prof che conoscendoli bene, li “difendeva” dai commissari esterni, più portati a una implacabile severità) agli esami di maturità (secondo la “formula Sullo”, prima della riforma Berlinguer), è stata che il modo peggiore di difendere un alunno era ... difenderlo troppo, cioè non ammetterne nessun limite. Questo irrigidiva e irritava. Mentre una ragionevole ammissione dei difetti mi dava poi credibilità e capacità di difendere davvero gli alunni.

Aggiungo che la mia convinzione che sia opportuno riflettere mi pare sia incoraggiata da quanto ci ha detto papa Francesco il 15 ottobre 2022, in particolare la frase riportata in esergo a questo paragrafo: occorre un «discernimento critico di ciò che ha limitato la potenzialità feconda del carisma». E «discernimento critico» mi pare implichi un uso della ragione, della riflessione razionale, per (cercare di) capire. Così come mi pare debba essere presa sul serio (per cercare di capirla) la valutazione che ci sia stata una qualche “limitazione” della «potenzialità feconda del carisma», ossia che ci siano stati dei limiti. Limiti che io credo, lo ripeto, siano decisamente meno rilevanti dei meriti che si devono riconoscere a don Julian. Ma su cui non pare sarebbe saggio sorvolare.

Appunti per una valutazione

Io penso che Carrón abbia molti più meriti che limiti. Tuttavia anche questi ultimi ci sono stati: ogni essere umano, del resto, ne ha. Il fatto che Carrón sia (stato e sia) sostanzialmente fedele al carisma di Giussani non equivale a dire che egli non abbia fatto qualche sbaglio, o meglio non abbia avuto qualche limite. Del resto limiti ne aveva anche Giussani. Solo Cristo è perfetto.

E infatti entrambi questi poli, meriti e limiti, sono stati toccati da papa Francesco nell'incontro del 15 ottobre 2022:

«Bisogna ringraziare padre Julián Carrón per il suo servizio nella guida del movimento durante questo periodo e per aver mantenuto fermo il timone della comunione con il pontificato.

Tuttavia, non sono mancati seri problemi, divisioni, e certo anche un impoverimento nella presenza di un movimento ecclesiale così importante come Comunione e Liberazione, da cui la Chiesa, e io stesso, spera di più, molto di più.»

Papa Francesco ha detto che bisogna ringraziare Carrón: quindi ne ha escluso qualsiasi “colpa grave”: il positivo predomina nettamente.

Tuttavia egli ha parlato anche di aspetti negativi («problemi, divisioni») che ci sono stati, e che in qualche modo rimandano a possibili limiti della conduzione carroniana di CL.

Qui vorrei tentare di valutare sia i meriti sia i limiti di tale conduzione, convinto che i primi sopravanzano più che abbondantemente i secondi, ma convinto anche che il rifiuto di ammettere i secondi rischi di essere fortemente controproducente, rischiando di gettare un'ombra ingiusta anche sui primi e di offrire un pretesto a una ingiusta emarginazione di Carrón dalla vita del movimento di CL.

in sintesi

I nodi interpretativi della della “gestione Carrón” si possono ricondurre a due: uno metodologico e uno contenutistico.

Tirando le somme

Limiti ce ne sono stati, legati del resto credo anche al peso della responsabilità che gli è caduta sulle spalle, di succedere a don Giussani, e che probabilmente lo ha spinto a dire solo ciò di cui era assolutamente certo (echeggiando il paolino «Io non ritenni di sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo»), quindi a focalizzarsi sulla sua personale esperienza.

Ma questi limiti non tolgono che Carrón sia stato e sia un uomo di Dio, una grande guida, che ha condotto CL in (sostanziale) stretta fedeltà al carisma di Giussani.

Perciò, in sintesi e come ultima, definitiva e definiente, parola:

grazie, don Julián!

Tra le pagine correlate a Carrón si può vedere

Ma anche:

📚 Bibliografia essenziale

Si possono utilmente leggere i libri di don Julián Carrón, come

Perciò senza alcuna pretesa di oggettività assolutaPersonalmente io trovo che il vertice del “magistero” di Carrón siano stati gli Esercizi della Fraternità di CL, da lui predicati, del 2016, in occasione dell'Anno Santo della misericordia. Il testo è reperibile sul sito di CL.

🎬 Filmografìa

Anche Carrón, come don Giussani, ha avuto dei films “preferiti”, da lui espressamente indicati come esemplificativi di qualche sua sottolineatura. Tra gli altri si possono ricordare: