Contro il dio-orologiaio

il problema

Hanno bocca ma non parlano,
hanno occhi ma non vedono,
hanno piedi e non camminano (Sal 115)

Ci sono credenti che ritengono che Dio non parli, non, almeno, attraverso la realtà. Per loro Dio ha già (forse) parlato, una volta per tutte, e ora tace. E sta a guardare.

Sono gli stessi credenti che sono infastiditi quando sentono parlare di miracolo, o di apparizioni mariane. Per loro Dio è già presente nella realtà, senza bisogno di speciali rivelazioni. Senza che si debba parlare di segni.

Ma un cristiano deve essere come un bambino. Un bambino piange se non vede la mamma e il papà: determinato dalla realtà, , piange se non ha dei segni visibili, tangibili di chi lo ama. Un adulto invece si accontenta del pensiero.

Così il cristiano adulto: si accontenta del (suo) pensiero, non ha bisogno di segni (tangibili).

[11]Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». [12]Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

Certo, non si possono pretendere dei segni, ma si può mendicare, senza pretesa, che il Padre non ci dia lo «scorpione» dell'oscurità se gli chiediamo il «pane» della luce.

gradazioni

Esistono varie gradazioni di questa impostazione:

Dio si è rivelato in passato, e potrebbe rivelarsi anche nel presente, ma non lo fa vi è chi non nega che Dio sia il creatore onnipotente del cielo e della terra, crede che Dio si sia rivelato soprannaturalmente (una volta per tutte, nel passato) e non esclude di diritto la possibilità che Dio continui a rivelarsi, ma è più contento se può elidere di fatto tali rivelazioni private successive all'età apostolica e guarda con fastidio a qualsiasi notizia di un suo intervento speciale, al di fuori delle leggi naturali; non perché sia un deista settecentesco, ma perché ritiene che nel mondo vi sia già abbastanza soprannaturale da non aver bisogno di miracoli, apparizioni e rivelazioni;
Dio si è rivelato in passato, ma non può rivelarsi nel presente vi è poi chi ritiene che Dio non possa più rivelarsi oltre quanto ha già rivelato una volta per tutte;
Dio non può rivelarsi soprannaturalmente, ma solo nella natura vi è chi sostiene che Dio non solo non si può rivelare dopo il compimento dell'età apostolica, ma non si sia proprio mai rivelato soprannaturalmente, ma solo nella natura (e questo è il deismo);
Dio non si rivela neanche nella natura e vi è chi ritiene che Dio non si riveli nemmeno nella natura, che non è frutto di una sua creazione, ex nihilo, ma frutto di una collaborazione tra la sua energia e la dinamica intrinseca della materia; qui Dio non è più concepito come Onnipotente e Trascendente, è il panteismo.

Non è difficile lo slittamento dai gradini più alti a quelli più bassi: è una strada scivolosa, che parte da uno scetticismo, ad esempio, su Lourdes e Fatima e arriva al panteismo della riga più bassa.

La verità è che se si comincia a negare che Dio sia davvero Onnipotente. si finisce col negarLo del tutto. Una posizione di compromesso è contraddittoria e di difficile tenuta. E per fortuna, perché citius emergit veritas ex errore, quam ex confusione.

un esempio recente

Vito Mancuso

Un esempio dell'ultima posizione, dicevamo, è Vito Mancuso, che sostiene che l'unico modo per “assolvere” Dio dal coinvolgimento con male, che c'è nel mondo, è dire che Egli non lo conosce. Un Dio così non assomiglia neanche al dio-orologiaio di certo illuminismo, ma al Motore Immobile di Aristotele.

Se Dio non conosce il male che c'è nel mondo, non conosce il mondo, allora non può esserci Provvidenza. E nemmeno la preghiera avrebbe poi molto senso, se da Lui non possiamo sperare niente, se Lui non c'entra con la nostra vita.

Ma non è questa l'esperienza che hanno vissuto i santi, che vedevano in ogni fatto della loro vita un segno della presenza di Dio, di Cristo. E non è questo il senso delle parole della liturgia, né quello delle parole della Bibbia (si pensi al Prologo di Giovanni).

argomenti contro il dio-orologiaio

Vi sono due tipi di argomenti per smontare l'idea che Dio non parli (più, semmai abbia parlato qualche volta): uno filosofico, l'altro teologico.

argomenti filosofici

Filosoficamente ha senso parlare di Dio solo come dell'Essere infinito, e dunque infinitamente perfetto, a cui dunque appartiene l'onnipotenza. O, da un altro punto di vista, nessun ente finito ha la forza di farsi esistere, ma deve dipendere (dall'Infinito).

argomenti teologici

Il dio-addormentato contrasta non solo con tutto il bimillenario Magistero della Chiesa (ma già lo sappiamo: lo liquideranno come la chiesa dei ricchi), ma con tutta la Sacra Scrittura, che ci sembra un po' più difficile da liquidare.

nei libri storici

nei libri sapienziali e profetici

Nei libri sapienziali è richiesto all'uomo di agire secondo la volontà di Dio per poter essere felice già in questa vita; chi è saggio gode di benefici anche sul piano materiale, concreto, mentre lo stolto va in rovina non solo spiritualmente

Nei libri profetici Dio non promette solo qualcosa di spirituale-interiore, ma anche qualcosa di materiale-esteriore.

una possibile motivazione

Tra i motivi che possono alimentare questa sfiducia nell'intervento di Dio nella realtà concreta, oltre al motivo dichiarato della presenza del male come obiezione insormontabile alla contemporanea bontà e onnipotenza di Dio, credo ci sia il timore che all'idea di onnipotenza divina si associ quella di (quasi)onnipotenza, nel senso di una legittimazione del dispotismo di autorità umane e della lotta a ogni possibile dubbio.

Questa preoccupazione non è del tutto infondata, ma per ammettere la possibilità di una sana perplessità e di una maggior democraticità, anche nella Chiesa, non è affatto necessario negare l'onnipotenza divina. Basta ricordare che noi esseri umani non siamo Dio, e che ad essere onnipotente è solo Lui.